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martedì 1 aprile 2014

Un viaggio chiamato "Inseminazione artificiale"

"Due anime, un unico sogno"
Spesso mi sono chiesta se sarebbe stato il caso o meno, di affrontare questo tema così intimo e travolgente, in un blog che ho creato inizialmente solo per parlare di moda e di argomenti più o meno "leggeri e superficiali". Poi dopo mille riflessioni, ho pensato che condividere un percorso così difficile anche con le mie marchesine, poteva generare per me un'ulteriore liberazione ed un'informazione in più per tutte quelle donne che si sentono sole in questo cammino e magari agevolare la conoscenza di una materia ancora  tabù a tutti coloro che non conoscono questo universo misterioso chiamato "Life in vitro". Questa settimana inizieremo con Marco un altro tentativo di inseminazione artificiale e sinceramente le gambe ricominciano a tremare, i pensieri si affollano, la paura di un nuovo fallimento si affaccia; ma la speranza di diventare un giorno madre è così grande e forte, che alla fine credo di essermi incarnata in una leonessa :-)

Affrontare il vuoto enorme causato dalla sterilità, mi ha creato inizialmente una dolorosa crisi esistenziale ed etica, che combatto day by day nella mia silenziosa intimità. Iniziare un percorso di PMA (Procreazione medicalmente assistita) ha significato evocare sentimenti complessi e profondi, un viaggio dove le  valigie all'aeroporto di partenza  sono sempre colme di speranza; nei viaggi di ritorno finora colme purtroppo solo di tanta delusione. Non entrerò al momento nei dettagli, spiegando quanto sia lungo, complicato, invasivo, frustrante ed economicamente impegnativo questo percorso, magari un'altro post, magari un'altro giorno.. Voglio invece far emergere la forza che si deve moltiplicare nei cuori degli attori protagonisti di questa avventura, genitori nell'anima, genitori nello spirito, genitori di un intoccabile vuoto. 


Ci sono delle regole d'oro che vorrei consigliare a chi volesse intraprendere questa strada, la prima e la più importante a parer mio è: rimanere profondamente accanto l'un l'altro, la coppia salda è la base di tutto, se manca, non lo iniziate nemmeno questo viaggio, sarebbe uno schianto assicurato a 300 all'ora contro un muro! Mettersi continuamente in discussione non è facile, credetemi, non c'è prova più grande in una relazione che affrontare i fallimenti, uscirne insieme è essenziale, magari più forti e uniti di prima. La seconda regola, è non scordarsi mai la nostra identità di donna, di amante, di amica; la madre in vitro non può e non deve prendere le redini totali della nostra vita, non fate di questo viaggio una droga, una dipendenza, è indispensabile non farsi fagocitare, lasciare degli spazi x noi stesse è basilare;  sport, interessi e passioni possono solo aiutare la nostra psiche ed il nostro fisico provato e fragile. Terza regola d'oro: condividere la propria esperienza "con chi  può comprendere", non tutti saranno pronti a farlo, non tutti saranno in grado di farlo, individuare invece un terapeuta specifico o donne o coppie che come noi stanno affrontando questo percorso, insomma una condivisione mirata, aiuterà ad uscire dal guscio dei sensi di colpa, dalla tristezza e dall'incompletezza come esseri umani "sterili".  Quarta regola: aggiornarsi il più possibile sul tema, non andate alla cieca, leggete e chiedete molteplici consulti a strutture mediche specializzate, aiuta ad avere una consapevolezza ed una conoscenza più approfondita della materia.

In becco alla cicogna a qualunque donna voglia diventare mamma nella sua vita!

XOXO
A.


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